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Ex moglie denuncia penalmente il marito per appropriazione indebita di lavatrice e aspirapolvere

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Finito sotto processo, accusato dall’ex moglie di averle sottratto degli elettrodomestici, è stato assolto

Il reato di appropriazione indebita è un delitto contro il patrimonio previsto dall’art. 646 c.p., il quale prevede che: compie il reato di appropriazione indebita colui che, avendo il possesso di una determinata cosa o di una somma di denaro appartenenti ad un altro soggetto, se ne appropria al fine di trarne un profitto proprio o altrui. Il reo viene punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 1.000 a euro 3.000.

Una ‘signora’ di Caserta ha denunciato penalmente l’ex marito per appropriazione indebita di lavatrice e aspirapolvere, ma a detta della difesa,  anche se fossero realmente avvenuti , è punibile  se i fatti addebitati fossero stati commessi a danno del coniuge legalmente separato, cosa che all’epoca della denuncia fatta dall’ex moglie, non era ancora sentenziato giuridicamente.Quindi, non è ammessa l’appropriazione indebita tra coniugi, ma solo tra ex coniugi oppure tra soggetti non ancora sposati, qualora fosse realmente accaduto e sembra che sia tutto inventato.

APPROPRIAZIONE INDEBITA TRA EX CONIUGI: COME FUNZIONA

Appropriazione indebita tra ex coniugiL’appropriazione indebita tra ex coniugi è l’unica fattispecie penalmente rilevante in quanto l’ordinamento giuridico italiano non ammette la possibilità tra i coniugi di presentare querela tra loro per appropriazione indebita o per truffa.

Si configura appropriazione indebita tra ex coniugi quando ad esempio a seguito della sentenza di separazioneil coniuge scopre che l’altro ha sottratto degli oggetti da casa, indipendentemente dal loro valore. A fronte di tale situazione il coniuge potrà sporgere querela per appropriazione indebita. 

E cosa succede se i coniugi si riconciliano, permane la querela o no?

Se in un momento successivo interviene una riconciliazione il reato non è più punibile, perché la riconciliazione ha effetti retroattivi, cioè toglie valore alla separazione sin dall’origine, come se i coniugi non si fossero mai separati.

Qualora il coniuge volesse comunque far valere i propri diritti contro il coniuge che aveva portato via da casa oggetti, l’unica cosa che si può fare è un’azione civile di risarcimento del danno e, se la coppia è sposata in regime di comunione dei beni, potrà chiedere che questa ripristini la parte di comunione depauperata.

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