Tra la ‘casa dormitorio comunale’ e una lapide «in memoria delle vittime Lgbti della persecuzione nazifascista», in una Caserta ignava, alle prese con la pappatoria domenicale si scopre una targa pezzotto , dopo la scampagnata alla Reggia, in ricordo del luogo dove nacque Ernesto Rossi, uno degli autori del Manifesto di Ventotene. Un «padre del federalismo europeo», come recita la scritta che lo celebra. Non è una vera e propria inaugurazione, la targa sta lì, nei pressi del comune, da almeno trent’anni e ha subito l’affronto della strafottente e noncurante politichetta municipale, che non si perde certo dietro alle cose che non siano appalti ed incarichi, rimuovendola pochi giorni or sono, dal palo arrugginito giorni addietro come segnalato varie volte ai lettori dall’attento Dott. Ciro Guerriero, direttore di questa testata on line per evitare una enorme figura di mxxxx
Di fatto lo ricordiamo, l’iscrizione dedicata ad Ernesto Rossi, che ha riportato sin dalla sua collocazione un errore enorme, grossolano. La sua data di nascita era indicata come avvenuta nel 1899 anziché nel 1897. Rettificata fatta appena in tempo per fare bella figura con una inconsapevole Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, infatti ,l’amministrazione Marino si vanta della “casertanità” di Ernesto Rossi che qui è nato per caso.
Il sindaco imputato, intervistato, ha rifilato da cantastorie un falso smaccato, definendo Ernesto rossi “un casertano eccellente, che ha dato lustro alla nostra terra”. In realtà, Ernesto Rossi nacque solo occasionalmente a Caserta. Il padre, Antonio, piemontese, ufficiale dell’esercito, vi si trovava di stanza per il suo servizio e trasferì la famiglia a Firenze poco dopo la nascita del figlio.
Anzi, non ci si è pensato due volte, nella pochezza che contraddistingue questa politica, a spianare la casa dove nacque, sostituita da uno di quegli edifici della speculazione edilizia che da allora, ininterrotta, ammorba il centro urbano.Ed ora provate a smentirci ….
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