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Tutt’appost, niente apposto…dottor Castaldo, alzi la testa.

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CASERTA – Tranne l’1%, il restante dei dormienti votanti casertani che si sono recati alle urne nel 2021 non devono rompere le scatole, perché non sono certo migliori di chi li amministra, altrimenti, considererebbero serio il lavoro di questo giornale on line, al punto di porsi qualche domanda e non, al contrario, per andare a rivotare un sindaco e un’amministrazione, così come è successo nell’ottobre del 2021, che, evidentemente, piacciono proprio in quanto specchio perfetto della mentalità di chi questa città la abita.

Dopo le ‘nostre’ battaglie, le ‘nostre’ segnalazioni, le ‘nostre’ denunce contro il malgoverno e la  ‘combriccola’ dei soliti noti,  oggi anche apparentati o legati per malefatte , ne escono sul filo del rasoio  impuniti, figuriamoci se questa combriccola,ha paura di modificare il protocollo di acquisizione di una comunicazione della Prefettura di Caserta. Negli uffici del Palazzo di Governo sanno bene quando è stata spedita al Comune capoluogo la pec contenente il decreto con il quale viene nominato il commissario ad acta per l’approvazione in giunta di un bilancio consuntivo per la quale sono trascorsi tutti i termini possibili e immaginabili, quelli ordinari e quelli in proroga, senza che il Comune di Caserta si sia degnato neppure di procedere alla prima approvazione dello schema, con la conseguenza di attivare la procedura prefettizia, concretizzatasi, comunque, con un ritardo di una dozzina di giorni rispetto alla scadenza tombale dei termini, fissata per lo scorso 30 aprile. Quello che il Comune ha fatto rispetto al decreto della Prefettura, sa tanto di azione ispirata dal timore che un’autorità dello Stato mettesse il naso in uno schema di bilancio che, da anni e anni, contiene, come questo giornale ha sempre puntualmente spiegato, argomentato e dimostrato, quintali di nefandezze. Altro motivo non ci può essere, perché la nomina del commissario ad acta non è l’annuncio dello scioglimento del consiglio comunale e dell’amministrazione, non è la diffida propriamente detta, visto che la normativa oggi è un po’ diversa da quella di un tempo, dopo che il Consiglio di Stato si è pronunciato in favore di una tutela, di un mantenimento in vita delle amministrazioni comunali frutto del voto popolare, considerando, di conseguenza, lo scioglimento per mancata approvazione del bilancio, una vera e propria extrema ratio. Dagli affezionati alla poltrona nessun cenno dignitoso, possiamo solo prendere atto, che sono anche  singolarmente, con il rieletto Marino interpreti  perfetti di quella che veramente possiamo definire, con buona pace di chi se ne riempie la bocca, a sproposito, della più attuale casertanità.

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