CAPUA – La situazione ora è particolarmente drammatica. Il fiume Volturno in piena straripa e allaga case e negozi nel Casertano. Tra i comuni più colpiti Cancello ed Arnone e Grazzanise dove entrambi i sindaci, Raffaele Ambrosca ed Enrico Petrella, si preparano a chiedere lo stato di emergenza.
Nelle campagne dei comuni attraversati dal fiume Volturno. Capua, Grazzanise, Sparanise, Cancello ed Arnone, Castel Volturno sono i più colpiti. Tutte aree dove, negli ultimi anni, sono stati concentrati i ‘cluster’ dell’emergenza brucellosi bufalina. Sui social si moltiplicano i video della situazione legata al fiume Volturno. In queste immagini si vedono i cinghiali nuotare osservati dai passanti durante la piena. Ore di preoccupazione a Capua (Caserta) per le condizioni del fiume Volturno, il cui livello è pericolosamente salito per le abbondanti e persistenti piogge di questi giorni, tanto da costringere il sindaco Adolfo Villani a disporre per oggi con ordinanza la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.
Si fermano anche le aziende della mozzarella di bufala, come è accaduto a Cancello Arnone, dove si sono allagate stalle, centri di produzione e punti vendita. Allagamenti anche nella piana del Sele, nel Salernitano, dove una tromba d’aria ha danneggiato le serre e i campi agricoli si sono allagati. Si registrano gravi danni a tutte le coltivazioni, ortofrutticole, cerealicole. In Costiera Amalfitana distrutti limoneti e aranceti. Gli agricoltori chiedono lo stato di calamità e ristori per le aziende. A rischio ci sono i posti. Gli allagamenti di queste ore hanno dimostrato l’ennesimo fallimento del piano di eradicazione imposto da regione Campania e Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno. Tra gli aspetti contestati del piano anche i tanti interventi che gli allevatori hanno dovuto realizzare, a loro spese, nel corso di questi anni. Interventi edilizi per rifare le stalle e adeguarle agli standard europei, questa la richiesta della Regione. Uno sforzo enorme in nome della ‘biosicurezza’, così venne giustificata la richiesta. Ed ora tutto è finito sott’acqua. “Questo allagamento rappresenta la pietra tombale della filiera bufalina in provincia di Caserta – fanno sapere le associazioni che da mesi si battono per la tutela della bufala – La biosicurezza ha avuto costi enormi e, davanti a questi scenari, va a farsi friggere. Chi spiegherà agli allevatori che tutti i soldi spesi per trasformare le aziende in grigi bunker non sono serviti a fermare l’acqua dei fiumi e dei canali?”.
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