S.M.C.V. – Sette anni e mezzo per l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Maria Di Muro, sedici anni per il ristoratore Alessandro Zagaria, ritenuto dalla Dda il trait d’union tra il clan e la politica in uno schema simile a quello di “Mondo di Mezzo”, inchiesta meglio nota come “Mafia Capitale”. Il procuratore generale ha chiesto la riforma della sentenza di primo grado invocando la condanna per tutti gli imputati coinvolti nella doppia indagine sugli appalti riguardanti la riqualificazione di Palazzo Teti nella città del Foro e per l’emissario di Grazzanise.
Il pg, nel corso della sua requisitoria pronunciata in Corte d’Appello, ha chiesto 10 anni e 6 mesi per l’imprenditore Francesco Madonna (assolto in primo grado). Pene più severe sono state invocate per gli altri imputati condannati in primo grado: 8 anni e 6 mesi per il progettista Guglielmo La Regina (in primo grado condannato a 6 anni); 3 anni per il dirigente Roberto Di Tommaso (1 anno con pena sospesa in primo grado). Il pg ha poi chiesto non doversi procedere nei confronti di altri due imputati, con estinzione dei reati per il loro decesso. Zagaria e Di Muro in primo grado avevano incassato rispettivamente 4 anni e 5 anni e mezzo, solo per corruzione ma senza l’aggravante mafiosa.
Alla richiesta del Procuratore Generale si è associato l’avvocato Salvatore Piccolo, legale del Comune di Grazzanise costituitosi parte civile. Le arringhe dei difensori prenderanno il via in settimana mentre il verdetto dei giudici è atteso per febbraio. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Stellato, Giovanni Cantelli, Angelo Raucci, Abet e Renato Jappelli.
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