CASERTA – È inspiegabile la decisione con cui il TAR Campania ha ritenuto non validi i vincoli Soprintendenza a tutela del Boschetto di Centurano, due aree verde sopravvissute alla lottizzazione ad opera del costruttore Giovanni Schiavone che li aveva acquistati all’inizio degli anni settanta dalla proprietaria Elvira Granata.
Proprio nell’atto di cessione di quei terreni dove sarebbe sorto il parco Schiavone oggi in via Petrarca si evince in riferimento delle aree verdi ‘fermo restando il vincolo di inalterabilità della sistemazione a giardino con vasche assunto nei confronti del comune di Caserta, ha costituito una servitù di inedificabilità che avrà efficacia temporale fino a quando una regolamentazione urbanistica diversa da quella di gente non le consenta di utilizzare le zollette stesse ai fini edificatori‘.
Dal breve passaggio dell’atto, stipulato il 24 gennaio del 74 si evince dunque che solo una modifica del PRG avrebbe potuto consentire l’edificabilità delle aree. Invece il PRG approvato alla fine degli anni 80 non ha comportato tale modifiche.
Lo conferma il fatto che il progetto che i Faraldo gli attuali proprietari dell’area stanno portando avanti ciò che era già in passato stato respinto sia dalle amministrazioni Petteruti che Del Gaudio.
Oggi la situazione pur essendo urbanisticamente identica è cambiata e stavolta dai giudici del Tar che hanno condannato le piante storiche ad essere abbattute e sostituite con delle nuove costruzioni.
Nel frattempo sono già abbattuti i muri perimetrali e concessi passi carrabili dei nuovi stabili dell’amministrazione comunale tra lo stupore dei residenti raccordi in un comitato civico che si sentono , cornuti e mazziati visto che dovranno anche sborsare €1500 di spese legali.
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