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Biancaneve? Non aveva dato il consenso !

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Dopo la lunga chiusura della pandemia Disneyland ha riaperto i battenti ma, il ritorno delle attrazioni turistiche del parco a tema della casa di Topolino in California ha scatenato polemiche per la sezione dedicata a Biancaneve e il bacio «rubato» del principe che la riporta in vita dopo il morso malefico della mela avvelenata.

«Biancaneve dorme e dunque il bacio non è stato consensuale», è stata la polemica lanciata online da due giornaliste del «SFGate» che hanno recensito una delle giostre originali, «Snow Whitès Enchanted Wish», presentata al pubblico in versione rinnovata durante la riapertura del parco di Anaheim dopo 400 giorni di lockdown.

Disneyland, nella nuova versione, ha scelto di adottare come finale della corsa lo stesso epilogo del classico cartone del 1938, ovvero il «bacio dell’eterno amore» del Principe per liberare Biancaneve dall’incantesimo, sostituendo così la morte della matrigna Grimilde con cui si concludeva l’itinerario nella edizione originale del 1955 della giostra.
«Non può essere un bacio di vero amore se solo una persona sa che sta succedendo», hanno scritto le giornaliste sull’edizione digitale del San Francisco Chronicle: «Non siamo già tutti d’accordo che quello del consenso nei primi film della Disney è un aspetto problematico? E che insegnare ai bambini che baciare un’altra persona, se entrambe non sono d’accordo, non va bene?»
Il giudizio severo delle inviate del quotidiano a sua volta ha scatenato accuse alle due di aver ceduto a una versione “talebana” del politicamente corretto: «Biancaneve sarebbe ancora addormentata se si dà ascolto a questi pazzi di sinistra che vogliono cancellare la cultura», ha tuonato su una radio di Lubbock in Texas, Matt Martin, un commentatore di destra.
La bufera su Biancaneve si aggiunge d’altra parte a una serie di polemiche che di recente hanno investito classici di Disney: l’anno scorso il canale Disney+ ha aggiornato le avvertenze per cartoni come «Dumbo», «Peter Pan» e «Gli Aristogatti» per sensibilizzare grandi e piccini a potenziali contenuti razzisti che passavano inosservati nell’America degli anni 40 e 50 ma che, alla luce delle tensioni sociali di oggi, sono diventati non solo obsoleti, ma offensivi. «Gli Aristogatti recano l’avvertenza perché mostrano un gatto col muso giallo che suona il piano con le bacchettine, mentre Dumbo per una scena in cui i corvi rendono omaggio agli show razzisti in cui artisti bianchi dipinti di nero ridicolizzavano gli schiavi africani nelle piantagioni».

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