È lui il destinatario di una serie di foto che la sua fiamma di un tempo gli avrebbe mandato nel corso di una relazione durata appena qualche mese. Sono le stesse immagini che sono state rinvenute in Telegram, in chat e gruppi dedicati che inneggiano alla violenza sessuale.
Stando al lavoro difensivo della penalista Mariangela Covelli, che assiste la parte offesa, il caso delle foto intime rese pubbliche sembrava inizialmente circoscritto a un ristretto gruppo di amici in comune.
Studenti iscritti in un istituto cittadino, che frequentano le stesse classi o che sono iscritti in sezioni differenti. Ragazzi che vantano un discreto rendimento scolastico, che sono ben seguiti a casa e che hanno una vita impegnata da diversi interessi formativi.
Poi, però, lo scenario ha assunto proporzioni imprevedibili o comunque potenzialmente devastanti per la vita della parte offesa.
È stato uno dei suoi amici più cari ad avvisarla e a farle prendere visione delle foto postate in Telegram. Uno choc. Tanto che una volta ascoltata dagli inquirenti, la studentessa non ha esitato a parlare di una sorta di dramma che le sta rendendo la vita impossibile.
Un grido di dolore sostenuto dalla famiglia della ragazzina, che ora chiede giustizia.
Vogliono sapere chi abbia postato quelle foto in Telegram, di chi sia la mano che ha spostato quelle immagini in gruppi di depravati anonimi.
Indiziato numero uno è ovviamente il suo ex fidanzato, destinatario unico e originario delle immagini, ma non è impossibile escludere che la responsabilità della pubblicazione possa essere di qualche altro amico del gruppo, che potrebbe aver ricevuto le foto in seconda battuta dall’ex della studentessa.
Ipotesi, nulla più, verifiche doverose a partire da quei nove nomi indicati come amici del gruppo, frequentazioni comuni che potrebbero essere ascoltati dagli inquirenti come potenziali testi in una inchiesta per revenge porn.
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