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L’unità del cdx è durato il tempo di un selfie

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CASERTA – L’unità del centrodestra è durata il tempo di un selfie, quello scattato da Gianpiero Zinzi in occasione dell’interpartitico che aveva tentato di rilanciare l’unità della coalizione.

Immagine superata, questo almeno si crede nell’entourage del Presidente della Provincia Giorgio Magliocca, dai nuovi eventi che lo vedono protagonista.

Il presidente ha annunciato ufficialmente quello che già  vi avevamo anticipato pochi giorni fa: Magliocca tornerà a farsi eleggere sindaco a Pignataro Maggiore rinunciando ad un ruolo da protagonista nel capoluogo.

Ho accettato perché tutti i consiglieri di maggioranza me lo hanno chiesto. Ero un po’ titubante ma alla fine ho detto sì anche per il tanto lavoro che ancora dobbiamo portare a termine e per i progetti che abbiamo”. Queste le dichiarazioni ufficiali di Magliocca a margine del summit con la sua maggioranza.

Cosa ha provocato questa fuga dal capoluogo di Magliocca, e come tutto questo si riverbera sul centrodestra casertano? La causa del terremoto sarebbe stata la nuova giravolta di Gianpiero Zinzi che ha messo nuovamente in mezzo la candidatura di Giovanni Mancino dimostrando di non volersi piegare all’eventualità di una sindacatura per lo stesso Magliocca, magari indicata da Roma. La ‘fuga in avanti’ di Zinzi, attesa per questa settimana è, in realtà, ancora una ipotesi appesa alla volontà di un solo, singolo, uomo. Il destino della manovra zinziana è appeso infatti alla decisione di Paolo Marzo.

La fragile costruzione si reggerebbe proprio i contatti aperti Pierpaolo Puoti, cognato di Mancino presente alle riunioni di ‘Insieme’, e l’assessore Emiliano Casale, che con Gianpiero Zinzi vanta una vecchia amicizia interrottasi con il grande tradimento del 2016, quando Casale, dopo aver stampato i 6×3 (senza simbolo partitico), passò in Centro Democratico a sostegno di Carlo Marino. Rapporti che, incredibilmente, si sarebbero riaperti in queste ultime settimane e che potrebbero davvero scompaginare le carte che già si davano per distribuite.

Emiliano Casale avrebbe già informato della possibilità Biagio Esposito, intenzionato a non lasciare il listone a patto e condizione che il pezzo grosso di ‘Insieme’, cioè Paolo Marzo (in lista c’è il fratello Massimiliano eletto nel 2016 in Forza Italia), non garantisca sulla solidità dell’operazione ovvero sul fatto che, lo spostamento, si tradurrà nella vittoria alle elezioni (e al conseguente accesso al premio di maggioranza). Paolo Marzo tentenna. Che senso avrebbe lasciare un Marino che, per quanto in panne, con il supporto di Insieme e Pd è competitivo per la vittoria? E allora il colpo di genio, che notoriamente è fantasia, intuizione, decisione e rapidità di esecuzione. E quindi il rilancio: se Marino ci offre le chiavi di Palazzo Castropignano che ci può offrire Zinzi per farci andare con lui?

Solo la sindacatura. E qui la trattativa si sarebbe arenata. Gianpiero, che è un bel volpino, non vuole Magliocca ma non vuole neanche Casale con la fascia tricolore.

Si cerca il ‘terzo uomo’ che sia gradito agli ‘architetti’ di questo, ennesimo e periglioso, grande ritorno a casa, Gianpiero Zinzi, Emiliano Casale, Biagio Esposito e, il più importante di tutti, Paolo Marzo.

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