CASERTA – Oggi è una giornata importante: riparte il cantiere, fermo da anni, per la realizzazione del Policlinico di Caserta, uno dei più grandi interventi di edilizia civile in atto nel nostro Paese.
È la prima grande opera del 2021 che si sblocca in Campania.
Ciro Guerriero, candidato sindaco di Caserta, tiene a dire la sua e ad essere smentito pubblicamente da chicchessia: ‘Nè la Regione, nè il comune di Caserta hanno acquisito un solo merito, nè materiale e nè morale della ripartenza del cantiere. C’è stata solo una fortissima volontà dell’università casertana per affrontare e superare gli ostacoli enormi creatisi per effetto del crack di Condotte.Un plauso alla governance dell’ateneo casertano ci ha messo la faccia e già da ottobre ha stabilito un cronoprogramma delle varie tappe. Ed è di solare evidenza che di cronoprogrammi enunciati e poi puntualmente disattesi, ce ne sono stati a migliaia. Vogliamo dare fiducia al neo rettore, ma restano delle perplessità, che solo il tempo smentirà.’
Il neo rettore Gianfranco Nicoletti, ci ha messo, ancora una volta, la faccia, e dichiara: “L’opera dovrà essere ultimata in 32 mesi con consegna del blocco destinato alla didattica entro 20 mesi dalla ripresa dei lavori. Come l’Università l’obiettivo è quello di creare una struttura dove formare la migliore generazione di futri professionisti e ricercatori di elevata qualificazione, destinando l’opera ad una popolazione studentesca di circa 5mila persone, con un blocco dedicato alla didattica e alla ricera di circa 60mila metri quadri. Il blocco riservato all’assistenza si svilupperà su una superficie di 250mila metri quadri suddiviso in 5 edifici indipendenti su una stuperficie complessiva di 68.500 mq e, a regime, ospiterà 350 posti letto.”
“Auspico davvero e sono fiducioso che, con la collaborazione di tutte le parti coinvolte, tale opera – conclude il rettore Nicoletti – vedrà la luce, nell’interesse primario degli studenti, in termini di alta formazione, e della popolazione, per un’opera al servizio dei cittadini in grado di rispondere in maniera efficace ed efficiente all’esigenza primaria ed imprenscindibile di tutela del diritto alla salute.“
Vogliamo che diventi il simbolo di una rinascita per questo territorio e per tutta la nostra regione.
Queste le parole del Governatore della Campania Vincenzo De Luca intervenuto questa mattina al cantiere del presidio sanitario per inaugurare la ripartenza dei lavori, fermi da inizio 2018.
Uno stop causato dai problemi della società costruttrice Condotte, salvata dal fallimento dal Governo, che l’ha commissariata affidandola a funzionari di nomina governativa (i commissari straordinari Giovanni Bruno, Gianluca Piredda e Matteo Uggetti).
Per De Luca è la seconda inaugurazione al Policlinico, visto che già nel marzo 2017, dopo un altro stop ai lavori per problemi relativi ai pagamenti da parte della Regione (i ritardi riguardavano la giunta precedente guidata da Stefano Caldoro) e delle lentezze burocratiche dovute all’approvazione di varianti al progetto originario, De Luca venne al Policlinico per tagliare il nastro; di lì a pochi mesi però, i lavori si fermarono nuovamente per i problemi di Condotte.
“Quello del Policlinico – ricorda De Luca – è un progetto partito 22 anni fa, ed è un po’ il simbolo di un Paese che fa fatica a realizzare opere pubbliche; nel tempo ci sono state crisi aziendali, rescissioni contrattuali, ma anche un impegno straordinario del Rettore dell’Università Vanvitelli (proprietaria dell’opera, ndr) per far riprendere i lavori, un impegno del Comune di Caserta; inoltre c’è stato e ci sarà un impegno finanziario della Regione Campania per un importo di 50milioni di euro, che serviranno a dotare il Policlinico delle migliori attrezzature e delle tecnologie più all’avanguardia sia in Italia che nel mondo”.
“Dobbiamo fare in modo che il tempo perduto diventi un’opportunità. Abbiamo poi un accordo con il Comune di Caserta per realizzare le infrastrutture relative alla mobilità sia su strada che su ferro; sono opere fondamentali per evitare che il Policlinico sia un grande complesso in una specie di deserto – conclude – Questa opera, straordinaria per il sistema sanitario, deve essere integrata nel tessuto urbano”.
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