La notizia è arrivata nel cuore della notte e ha sconvolto tutto il mondo del calcio.
Paolo Rossi si è spento all’età di 64 anni per un male incurabile. L’ex attaccante nel 1982 fu capocannoniere del Mondiale vinto dagli Azzurri di Bearzot e si aggiudicò anche il Pallone d’oro. Dopo Diego Armando Maradona se ne va un altro grandissimo della storia del calcio.
Paolo Rossi e Maradona: il mondiale del 1982 vinto dall’azzurro prima di quello dell’argentino nel 1986, quasi un passaggio di consegne.
Accomunati dal cartellino giallo nella partita vinta 2-1 dall’Italia nella seconda fase del Mundial ’82, Rossi chiuse la carriera mentre Maradona esplodeva.
Il mondiale ’82 portò a Rossi, da allora ‘Pablito’, il riscatto dopo la squalifica per il calcio-scommesse, il titolo di campione del mondo, quello di capocannoniere del mondiale con 6 gol, il Pallone d’Oro e un posto speciale nel cuore degli sportivi di tutto il mondo. E da tutto il mondo arrivano titoli per lui. Le parole più usate sono: “eroe” e “leggendario”.
Uno degli aneddoti più particolari della sua carriera riguarda proprio il Napoli. Era l’estate del ’79. Paolo Rossi era di proprietà del Vicenza. Il club veneto, finito in Serie B, decise di cedere il suo gioiello.
Tra i club interessati al suo acquisto c’era anche il Napoli. Corrado Ferlaino, all’epoca presidente del sodalizio campano, arrivò a offrire quasi 2 miliardi per la sola comproprietà, insieme a diversi benefit per il calciatore, tra cui una villa a Posillipo. I giornali dell’epoca davano l’affare per fatto.
Paolo Rossi però rifiutò l’approdo in Campania. La notizia fece scalpore, suscitando tante polemiche. Lo stesso campione fu fischiato sonoramente dai tifosi azzurri quando affrontò da avversario il Napoli. Ma cosa accadde davvero? Contrariamente a quanto si scrisse all’epoca, Rossi non aveva nulla contro la città.
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