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Si prevedono assembramenti alla vigilia di Natale e alla vigilia di Capodanno.

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Si’ all’apertura dei ristoranti a Natale, a Santo Stefano e a Capodanno ma confermata la stretta sulla mobilità, dal 21 dicembre fino al 6 gennaio gli spostamenti tra regioni gialle saranno possibili solo per chi farà ritorno al proprio luogo di residenza o di domicilio.

E’ la mediazione alla quale si e’ arrivati dopo un lungo vertice tra il premier Conte, il ministro Boccia e i capi delegazione. Al momento nessuna apertura sui ricongiungimenti e sulle seconde case fuori regione ma soprattutto sulla prima ipotesi è ancora in corso un confronto nell’esecutivo. E il tema sara’ al centro dell’incontro con le regioni.

Ma l’ala piu’ rigorista ha insistito fino alla fine, secondo quanto si apprende, su un un’ulteriore stretta per quanto riguarda i ristoranti nei giorni festivi.

E’ vero che i bar nelle zone gialle chiudono alle 18 ma il timore è che si possano registrare, sia alla vigilia di Natale che alla vigilia di Capodanno, degli assembramenti in piazza per i festeggiamenti. A spingere per tenere aperti i ristoranti il 25 e il 26 e’ soprattutto Italia viva, con la capo delegazione Bellanova. Mentre sui ricongiungimenti il premier ha lasciato la porta aperta nell’incontro con i capigruppo ieri pomeriggio.

Cosi’ come sulla possibilita’ di tenere aperti gli alberghi di montagna. Su quest’ultima ipotesi non si e’ deciso mentre l’eventualita’ di riaprire la scuola il 14 dicembre, come ventilato dal presidente del Consiglio (“Come gesto simbolico”, ha ragionato Conte), viene ritenuta difficile.

    Sara’ il ministro Speranza ad illustrare in Parlamento le linee guida delle nuove misure restrittive anti-Covid che saranno valide dal 21 dicembre al 6 gennaio. Poi prima della riunione del Cdm, nella quale si discutera’ anche del decreto legge necessario per limitare gli spostamenti, ci dovrebbe essere un nuovo confronto con le regioni.

La firma del nuovo Dpcm e’ prevista per il 3 dicembre.   Niente sci, niente crociere. Sono le misure che il governo dovrebbe proporre tra poche ore al Parlamento, in vista del varo del nuovo dpcm anti-Covid, che sarà in vigore dal 4 dicembre.

Le misure sono per ore al centro di una discussione a tratti tesa tra i ministri: a confronto la linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza e dei ministri Pd Dario Franceschini e Francesco Boccia, con la linea della prudenza espressa dal 5s Alfonso Bonafede, e quella più ‘aperturista’ della ministra di Iv Teresa Bellanova. Il premier Giuseppe Conte, che nel pomeriggio aveva aperto alle richiestad ei capigruppo di valutare un allentamento di alcune misure, alla fine sposa la linea più prudente. Unica eccezione, i ristoranti: potranno restare aperti a pranzo, nelle zone gialle, il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio.

In più, il governo decide di blindare il Natale e il Capodanno stabilendo che il 24 e 25 dicembre e il primo gennaio non si potrà uscire dal proprio Comune. Sulle persone da ospitare a cena o a pranzo a casa non arriveranno regole e divieti, ma raccomandazioni e l’invito a evitare di stare con persone non conviventi. In tutto il periodo, compreso il Natale, resterà il coprifuoco dalle 22 e l’apertura dei negozi fino alle21. La messa di Natale – ma su questo valuta la Cei – dovrebbe svolgersi alle 20.    Altri nodi restano da sciogliere e lo saranno solo dopo il confronto con il Parlamento e con le Regioni: qualcosa potrebbe cambiare. Sulla chiusura degli alberghi vicini alle piste da sci, ad esempio, si dibatte a lungo ma una decisione non viene presa. Così come resta l’incognita del possibile ritorno in classe degli studenti delle superiori da dicembre. Ma ci sono alcuni punti fermi: gli impianti sciistici restano chiusi fino a gennaio (Francia e Germania dovrebbero fare come l’Italia, avrebbe detto il premier nel pomeriggio) e per evitare il contagio di ritorno da altri Paesi che hanno gli impianti aperti, dovrebbe esserci obbligo di quarantena. Le crociere dovrebbero subire uno stop, per evitare che le feste vietate a terra, si svolgano in mare.

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