Con la morte di Pasquale, in un attimo, diventiamo tutti vecchi, più di quanto non lo si sia già diventati. Vecchissimi La nostra adolescenza si allontana, portata via dai luoghi della nostra memoria. Ultima tra le sedi ancora aperte della nostra gioventù, La piazza era il luogo degli incontri (anche degli scontri, sempre verbali), delle chiacchierate, dei progetti, dei manifesti, dei libri, delle idee.
Ogni chiacchierata sembrava possedere la forza di cambiare il mondo. Ma la “cifra”, la sostanza di Pasquale fu un’altra, ben più importante. Una qualità rara che farà si che Pasquale possa essere ricordato per lungo tempo: Pasquale c’era sempre, c’è sempre stato; per Pasquale non esisteva “è tardi”, oppure “è lontano”. Non conobbe nessuna passione borghese, non fece altro nella sua vita: libri, manifesti, conferenze, viaggi, manifestazioni. Pasquale non dedicava semplicemente del tempo ai suoi ideali: Pasquale era, incarnava, le sue idee e le sue passioni. Per cui, quando sentite o pronunciate parole tipo “soldato politico” pensate anche a Pasquale ed al suo esempio.
Ora Pasqualeè da qualche ora in viaggio per i Campi Elisi, mi piace pensare che non consideri retorico il mio ricordo. Tutt’altro: ho elencato solo alcune delle sue qualità. Se potessi chiedergli un giudizio sulle mie parole, sono convinto che mi direbbe “esatto”, portando il pollice e l’indice uniti verso destra. Anzi, direbbe “Kestè” come sanno tutti quelli che gli furono più vicini, che gli vollero bene come ad un padre, ad un fratello, per il quale non esistono lacrime a sufficienza per affievolire il dolore della sua scomparsa. Ciao Pasquale, il nostro mondo e la nostra vita sono stati migliori grazie alla tua presenza. Che tu possa trovare in Cielo la giusta gioia e serenità per i tuoi meriti terreni.
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