Una madre: «Mi sento ricattata dal prete» Soldi per veste, fiori e fotografo per la comunione. Una madre che non ci sta a questo ricatto. Basta restare in silenzio, non è più tempo e luogo, così esordisce.
La madre di un bambino che deve partecipare al sacramento della prima comunione e che si vede avanzare dal ‘sacerdote’ la richiesta di spendere i soldi come e dove dice lui. Dal racconto della donna, questa non sembrerebbe la chiesa di Francesco. Quella che il Papa vorrebbe e che non perde occasione di annunciare. Insomma questa mamma racconta a CasertaKest’è la vicenda e di suo pugno mette gli episodi uno dietro l’altro.
La denuncia: «Può darsi che in quest’epoca di scandali – scrive la madre – quello che sto per dire sia meno eclatante e meno importante per alcuni ma, secondo me, merita di essere detto. Periodo di Comunioni. Momento importante per chi crede, una quasi tappa nella vita di molti di noi e dei nostri bambini. Ricordo che si tratta di bambini.
Ultimamente, un po’ da varie parti, ho sentito di ‘usanze’ abbastanza inusuali e direi discutibili ma ora, avendo in casa un bambino prossimo alla comunione le ‘usanze’ sentite rasentano il ‘ricatto’. In quasi tutte – continua il racconto della donna -, del comune di Caserta, diktat trasmesso dalla catechista: i vestiti devono essere tutti uguali (e va bene): si possono comprare o noleggiare presso il negozio ‘consigliato’. Ai fiori ci pensa il prete (ah, bene), però i familiari dei bambini metteranno la quota. Il ‘sacerdote’ non vuole confusione in chiesa per cui niente foto private. Lui (il prete) ha già prenotato un fotografo che farà le foto e le venderà a chi le richiede».
L’indignazione Questa la testimonianza diretta. Ma la donna non si limita al racconto degli episodi che l’hanno riguardata. Sente di dovere esprimere la propria indignazione: «Scusate – aggiunge – ma a me sembra allucinante che si riesca a lucrare in questo modo anche in Chiesa. No, non mi sto scandalizzando. So che per far dire una messa per un defunto bisogna pagare, ehm scusate, fare un’offerta! Rimango semplicemente allibita nel pensare che il prete non comprenda che le famiglie sono allo stremo. Come, un prete, può pretendere di dettare condizioni a chi vorrebbe fare una foto in un giorno importante al figlio o alla figlia, vestito con la vestina bianca magari fatta a casa o passata dal cuginetto, e portare in segno di rispetto un’offerta a seconda delle proprie possibilità?»
Chiariamo da subito questo portale ha semplicemente dato voce a una famiglia che palesa una difficoltà. Non senza verificare che si trattasse realmente di una persona che vive quel contesto parrocchiale. E imponendo che la lettera venisse firmata.
Per il resto, Caserta Kest’è è a disposizione per le repliche.
Casi come quello in questione, delle spese per le le celebrazioni in chiesa, purtroppo non sono isolati. A noi giungono molte lamentele e segnalazioni, a volte anonime.
Riteniamo che aprire una discussione su questo, con i diversi punti di vista, non possa che aiutare a chiarire la tematica. Magari favorendo la scelta di un regolamento diocesano in materia. Specie in tempi di difficoltà per le famiglie come questo. Sulla questione, anzi, anticipo che solleciteremo un intervento di Sua Eccellenza il Vescovo.
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