Ambiente: appesi ad una polvere sottile

Caserta – Senza giri di parole o mezzi termini: impietosa! Questa è la fotografia dell’ultimo quinquennio che viene consegnata da Legambiente ad una Caserta in balia di un autentico fiume in piena. Controllo del territorio, investimenti strutturali, pianificazione e destinazione di fondi specifici per il potenziamento della mobilità urbana: la critica che muove da questo focus su scala nazionale, chiamato ‘’Mal’aria’’, travolge aspetti cruciali al livello microterritoriale casertano, con tematiche che non possono non coinvolgere le istituzioni locali. E’ importante sottolineare che l’analisi di Legambiente ha puntato l’obiettivo su quasi cento città campione sparse per tutto il Paese, il quale evidenzia una situazione generale non certo gratificante. Sul piano dei numeri, raggiungere 3 punti su dieci a disposizione nel range stabilito è una condizione che mette Caserta con le spalle al muro; il puntuale superamento delle soglie di misurazione delle polveri sottili (PM10) vanifica l’unico dato positivo legato al rispetto dei pari parametri stabiliti dall’OMS. Stesso discorso a livello regionale, con dati allarmanti anche nelle altre principali città campane. Pensare a possibili rimedi è un imperativo categorico! I progetti condivisi all’interno della Ue sono tanti: molte direttive rimandano a piani di mobilità sostenibile che portano a massicci investimenti. Se pensiamo alla recente opportunità offerta dal Recovery Fund, ecco che l’aumento del numero dei chilometri delle piste ciclabili non appare solo un lontano sogno, cosi come appare fattibile una seria lotta alla crisi climatica ed una reale riconversione ecologica della nostra economia. Tutto sarà concentrato nel binomio qualità dell’aria e della vita: l’importante è che le istituzioni comprendano che la seconda condizione non esiste fin quando la prima non venga attuata.