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AMBC: Facciamo belle Mondragone e tutte le città della nostra provincia. Ma serve l’aiuto dei cittadini

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Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune

Pedonalizzare un po’ di più le nostre città per restituirle ai pedoni, alle biciclette, alla mobilità dolce, alle bambine e ai bambini, ha dichiarato Gianni Pagliaro, portavocedell’AMBC. Lo diciamo da anni e lo stiamo ripetendo come un mantra in questi mesi. Fermare il consumo del suolo nelle nostre città e incentivare la cura e il restauro. Costruire piazze e luoghi pubblici di incontro e convivialità. Approvare in tutti i comuni il Regolamento per lAmministrazione Condivisa, mutuando l’esperienza di LABSUS, affinchè i cittadini partecipino alla gestione di spazi e strutture pubbliche, spesso abbandonati per assenza di risorse e modalità gestionali. Puntare a raggiungere l80% di raccolta differenziata e a liberare totalmente le nostre città da discariche e roghi. Incentivare il consumo di acqua del rubinetto ed educare ad un consumo razionaledell’acqua che eviti sprechi. Piantare migliaia di alberi e ritornare a coltivare in città. Legare lo sviluppo del lavoroha continuato Pagliaro alla difesa del suolo e del mare, alle sinergie tra le filiere dell’artigianato, del commercio, dell’energia, del turismo e rilanciare le filiere agroalimentari e del turismo. Tutto sotto il cappello della sostenibilità e dei beni comuni. Non basta fare, ha concluso Pagliaro, pure gli ex Palazzi Cirio a Mondragone sono stati fatti dal concreto politico di turno, che faceva. Quelle elencate sono invece alcune delle cose che la Politica Seria dovrebbe fare subito.Seguo con attenzione e partecipazione quanto si va sviluppando in quella rete che si sta costruendo  <tra ecologisti e progressisti, sindaci e movimenti civici, associazioni e imprenditori innovativi>, ha aggiunto GIOVANNI ROMANO di EUROPA VERDE CAMPANIA. E condivido la loro certezza che nei prossimi mesi e anni la Politica dovrà muoversi lungo tre direttrici: l’ecologia, come <visione di politica economica, di transizione industriale e di ricostruzione del mondo del lavoro>; i diritti di tutti e tutte; l’innovazione, sociale e tecnologicache sta <reinventando sia le modalità di partecipazione sia i modelli di produzione e consumo> e costituisce <la base di una nuova società e di una nuova economia>. Il verde e il blu, l’ecologia e il digitale sono, insomma, il nostro orizzonte! Le nostre città- ha incalzato GIOVANNI ROMANO devono ripartire da un nuovo progetto e da nuove idee, affrancandosi dai modelli di sviluppo che le hanno caratterizzate fino ad oggi. Insisto: piccoli (ma rivoluzionari) cambiamenti possono realizzarsi subito, come– per esempiospostarsi in città a piedi o in bici. Una pratica che garantisce il distanziamento fisico, fa bene alla salute, rafforza le difese immunitarie, mantiene l’aria pulita, concede  più tempo per se stessi e permette il rafforzamento di relazioni. Fare movimento quotidiano, in bici o a piedi, è molto importante. A Mondragone, ha continuato ROMANO, c’è la cattiva abitudineche dovremmo perdere di fare anche gli spostamenti al di sotto di 1 km, distanza facilmente percorribile in bicicletta o a piedi, in automobile. La mobilità sostenibile, al di là della saggia scelta individuale, può essere però solo una scelta collettiva, che deve impegnare tutti, anche per costringere le Amministrazioni comunalispesso abbastanza riottose– a darsi una mossa per ripensare totalmente la mobilità urbana, prevedendo più pedonalizzazioni e più aree e strade per la mobilità dolce. Ma per uscire da questa crisi lasciando per il nostro bene la vecchia strada, le nostre città, la provincia di Caserta e la regione Campaniadevono cercare di  affrancarsi dalle pratiche di questi anni, che hanno ridotto la Politica ad una estenuante e permanente competizione elettoralistica tra gruppi d’interesse in lotta tra di loro, con Consiglieri regionalispesso ridotti acapizona” e dediti esclusivamente a fare gli interessi di alcuni (Sindaci, diventati a loro volta deicapibastone) a scapito ovviamente di altri. Così come dobbiamo abbandonare il fare liberista, non estraneo alla spinta populistica di questi anni. L’emergenza sanitaria ha evidenziato che solo lo Stato sociale e regolatoreha continuato l’esponente di EUROPA VERDE CAMPANIA è in grado di tutelare la vita di tutti i cittadini, poveri o ricchi che siano, mentre non lo è il libero mercato. Dobbiamo farla finita con le pratiche politiche che conosciamo e lavorare politicamente per Comunità solidali, di liberi e uguali e che sappiano soprattutto fare nel rispetto della Natura. Ne va della nostra vita e del futuro dei nostri figli.

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