di Angelo Ferrillo
La rete di comitati che da tempo mi accusa di voler ottenere consensi personali, sono coloro i quali fino ad oggi hanno legittimato e sottoscritto TUTTE le innumerevoli prese in giro che vanno avanti sin dal 15 novembre del 2012, ovvero anno in cui fu nominata la prima cabina di regia governativa per fronteggiare la problematica. Tali soggetti accusano me di quello che in realtà stanno facendo loro.
Vogliamo rendervi partecipisui fatti accaduti giorno Sabato 1 febbraio 2020 – Reggia di Carditello
Per giorni è circolata la locandina che vedete a lato, che pubblicizzava l’evento pubblico presso il Real sito di Carditello in cui si annunciava il confronto aperto con il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Un’altra comunicazione aggiuntiva, ma non presente in locandina, precisava che bisognava richiedere l’accredito.
Pertanto è stata inviata una PEC alla segreteria del ministro, dalla quale hanno risposto che l’accredito non era concesso dal ministero ma dalla sigla “#StopBiocidio“, i quali erano gli organizzatori.
Dunque, alcuni di noi, hanno fatto richiesta anche a tale sigla.
Il giorno dell’evento, ci siamo presentati ai cancelli per entrare, ma abbiamo avuto il diniego, non essendo inseriti sul foglio A4. Sbigottiti, abbiamo chiesto spiegazioni dell’anomalia palesatasi.
Ma come, in un luogo pubblico, un ministro(che dovrebbe per la tematica trattata, di tutti) tiene un evento di confronto dove non c’è confronto o si vuole solo un confronto con chi si tappa il naso e si prona a 90 ?
nascondendosi dietro soggetti privati e facendo fare da filtro non la sua segreteria, bensì a tale “sigla”, usando una struttura pubblica con al servizio d’ordine la forza pubblica dell’arma dei Carabinieri in divisa, i quali a tal punto non erano presenti solo per garantire l’ordine pubblico ma a quanto pare per sovrintendere a chi entrasse o meno in modo del tutto arbitrario. Difatti, a nostra domanda all’ispettore di pubblica sicurezza titolare dell’ordine pubblico, su dove fosse l’ordinanza che limitava l’accesso al sito, in presenza dei carabinieri schierati al cancello non ci viene mostrata alcuna ordinanza, ma ci viene comunque impedito l’accesso, tutto ciò mentre la #Digos filmava e i #Carabinieri assistevano. Chiediamo altre spiegazioni e ci dicono che bisognava essere sulla lista che aveva in mano un signore che faceva parte di una sicurezza privata ed era alla porta a fare da controllo. La lista che aveva in mano era un foglio volante senza alcun timbro o autorizzazione della struttura che ricordiamo essere del #MiBACT, ovvero del ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Dunque chiediamo ancora spiegazioni ma non ci viene mostrato nulla.
Il sito di #Carditello è una struttura pubblica e per limitarne l’accesso non ci è stata mostrata alcuna ordinanza specifica con restrizioni.
Se il ministro voleva incontrare esclusivamente i suoi “amici” poteva anche affittare una sala privata e non impegnare un luogo pubblico per altro con tanto di servizio d’ordine dei Carabinieri.
Inoltre l’ingresso è stato vietato anche ai giornalisti presentatisi ai cancelli, i quali sono stati lasciati fuori dalle 9 fino alle 13.30 tant’è che per sdegno hanno poi deciso di andare via in segno di protesta. C’erano presenti diversi cronisti per l’Ansa di Caserta, per l’Agi, La Repubblica, altre testate locali e una tv privata.
Se una cosa del genere fosse stata fatta da qualsiasi altro ministro si sarebbe scatenato il mondo, invece tutti zitti.
Questi sono i fatti.
Giudicate voi se ciò vi pare normale.
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