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I topi alla conquista della città…siamo alla frutta

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Chi da solo, chi in gruppo, non è difficile notarli: basta camminare lungo i viali, portare il cane a spasso o attraversare la strada mentre si rientra a casa, per sapere che la loro popolazione è in costante aumento, ad una velocità di gran lunga superiore alla nostra. Ormai sono in ogni buco ed anfratto della città, perfino tra i corridoi ospedalieri, compiendo strani andirivieni da un tombino all’altro, inerpicandosi lungo i tubi per raggiungere anche gli angoli più nascosti dei balconi, alla costante ricerca di cibo.

Un assalto in piena regola a cui non sfuggono le attività commerciali che, sempre più spesso, si trovano a dover provvedere autonomamente alla difesa del proprio negozio dalle flotte di topi: “Capita spesso che qualcuno di loro cerchi di intrufolarsi qui – confessa un esercente del centro –, Lo cacciamo fuori con la scopa e cerchiamo di tenere sempre le porte chiuse”.

Se in tempi lontani le scorribande dei roditori in città erano rade e pressoché notturne, in quanto si limitavano ad abitare le campagne, negli ultimi decenni il confine tra la realtà rurale e quella metropolitana si è assottigliato a tal punto da essere quasi invisibile. Più palpabile, invece, la loro presenza nei centri abitati: “Ne ho trovato uno sul balcone – commenta un residente di via Ceccano a Caserta –, Abito al quarto piano”. “Non è la prima volta che entrano in casa – fa eco una casertana– Camminano sotto le grate del palazzo e passano per un pertugio che li conduce fino alle abitazioni”.

La causa principale dell’aumento spropositato del numero di topi è da ricercarsi principalmente nei sacchi di immondizia e nei rifiuti che vengono abbandonati a terra, gettati ovunque capiti senza pensarci due volte. Ciò che per noi non è più utile, tanto da spingerci a disfarcene, per le colonie di roditori è un ricco bottino con cui far festa, indisturbati e sotto gli occhi di tutti.

Il problema si estende a macchia d’olio lungo tutta la città

Nessuno sembra essere esente dall’emergenza sanitaria: perché se da un lato il topo casertano non mostra segni di aggressività, scappando alla vista di una minaccia per la sua vita, dall’altro sorge la questione della salute pubblica, con la diffusione di malattie pericolose per l’uomo. A questo si aggiunge il fatto che i topi si riproducono con grande rapidità, accoppiandosi già al compimento della quinta settimana di vita.

A questo punto due domande sorgono spontanee: il Comune che fa? Come intende fermare il sovraffollamento dei topi?

L’assenza di operazioni di derattizzazione prolungata nel tempo, tuttavia, permette ai ratti di proliferare indisturbati, dando certezza che il Comune – e la ditta – non  adotti misure per contrastare l’emergenza: “Gli interventi si dovrebbero fare almeno una volta al mese – spiega il Dott. Guerriero– così da contrastare la popolazione dei ratti. La situazione è gestita, monitorata e stiamo lavorando per risolvere la questione con azioni mirate a partire dalle zone rosse, dove la presenza di topi è maggiore”.

frenare la validità delle operazioni sono principalmente due fattori: il primo risiede nell’estrema intelligenza dei topi che evitano le trappole dopo che notano un loro simile morto in seguito all’ingresso nella scatola. Il secondo è molto più restrittivo e di ampio raggio e riguarda la normativa europea che impone alcune precauzioni da usare nella diffusione dei topicidi. Gettare esche o veleni è pericoloso sia per gli umani, soprattutto per i bambini che ne dovessero inconsciamente ingerire una, sia per gli altri animali.

Purtroppo il veleno per topi non ha effetti negativi solo sui topi, ma colpisce anche gatti, cani, uccelli, rapaci, volpi che si trovassero ad ingurgitarlo. Le drastiche limitazioni all’uso dei pesticidi, dettate da Bruxelles, fanno sì che la scelta dei veleni sia molto minore rispetto a quella che si aveva in passato. “Vengono usati solo prodotti a norma di legge” conclude Guerriero che lancia un appello ai residenti: “Contenete al massimo la produzione di rifiuto, separando tutti i materiali riciclabili e utilizzando correttamente i contenitori con capienza residua ”.

 

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