A Castel Morrone minacce in comune per Minutillo e consorte l’assessore Corrado
Siamo alla quinta lettera, l’ultima è arrivata a fine febbraio. Il tenore, sempre lo stesso: frasi deliranti e denigratorie, che sfociano in minacce di morte. Per Giuseppe Minutillo consigliere di maggioranza del gruppo «Insieme» a Castel Morrone e per la moglie, Nadia Corrado, assessore ai lavori pubblici della giunta Della Valle, gli ultimi dieci mesi sono stati un inferno. La prima missiva, pare scritta a macchina, risale all’aprile del 2016: vigilia della campagna elettorale, che vedrà contrapposti Della Valle e Cristoforo Villano.
Il testo è diretto solo a Minutillo, esponente dell’ala renziana del Pd, ispiratore del progetto «Insieme» e tra i maggiori sostenitori di Della Valle. «Fai sapere a tutti che sei schifato dalla politica e togliti di mezzo», gli avrebbe imposto il mittente anonimo, annunciando, in caso contrario, la diffusione di un manifesto che avrebbe rivelato particolari pruriginosi sulla sua vita privata. Minutillo non cede al ricatto, denuncia l’episodio ai carabinieri, si candida e viene eletto. Gli saranno recapitate altre due lettere intimidatorie. Stavolta, l’anonimo tira in ballo i genitori e il figlio di appena un anno. A fine giugno, Della Valle comunica i nomi dell’esecutivo, tra questi, come assessore esterno, c’è la moglie di Minutillo che, quattro mesi più tardi, riceve le deleghe ai Lavori pubblici e alla Programmazione. L’incarico la tramuta subito in bersaglio: il contenuto della quarta missiva è rivolto ai suoi genitori. Solito refren: il mittente, con parole sconnesse e minatorie, «esorta» i signori Corrado a suggerire alla figlia di abbandonare la giunta, pena lo scoppio di uno scandalo e ritorsioni di varia natura. L’ultima lettera, a febbraio, è indirizzata soltanto all’assessore che sporge l’ennesima denuncia. Sulla vicenda, oltre al luogotenente Fiorentino Corbo, comandante del presidio di Castel Morrone, stanno indagando i carabinieri della compagnia di Caserta, agli ordini del capitano Andrea Cinus. Sul caso la procura di Santa Maria ha aperto un fascicolo contro ignoti.
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