Accusati di turbativa d’asta e falsità materiale e ideologica in relazione a 132 appalti per lavori di manutenzione della Reggia di Caserta assegnati dal 2010 al 2013, sono stati rinviati a giudizio l’ex sovrintendente di Caserta e Benevento Paola Raffaella David, e del Mibact i funzionari Andrea Corvino e Giuseppe Graziano.
(Attualmente il sito borbonico è diretto da Mauro Felicori, un manager culturale bolognese con alle spalle anni e anni di esperienza, che ha posto come suo obiettivo quello di rilanciare l’immagine di questo nostro gioiello campano, che ora sembra al centro di nuovi progetti ed eventi.)
E così, dopo la lunga e tanto discussa procedura internazionale di nomina per la nuova squadra dei 20 direttori museali in Italia, con conseguente polemica di ben 8 direttori stranieri approdati nella nostra penisola, Mauro Felicori, insediatosi da poco meno di una settimana alla direzione della Reggia di Caserta, già lascia intendere di avere idee innovative che stravolgeranno e invoglieranno i turisti di tutto il mondo a visitare il meraviglioso Palazzo Reale di Caserta, dimora storica appartenuta ai Borbone di Napoli e proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere – pm Domenico Musto e Gennaro Damiano – i lavori per svariati milioni di euro sarebbero stati assegnati a «ditte amiche» ricorrendo in modo sistematico e illegittimo al requisito della somma urgenza, che consentiva di evitare il ricorso alle gare ad evidenza pubblica.
La decisione è stata presa dal Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Sergio Enea che ha fissato l’inizio del processo per il prossimo sei giugno davanti al collegio B della prima sezione penale; l’udienza preliminare era iniziata il 22 marzo di un anno fa.
Paola Raffaella David è attualmente in servizio al Ministero dei Beni Culturali, Andrea Corvino alla Sovrintendenza di Caserta eBenevento, che ha sede alla Reggia di Caserta, mentre Giuseppe Graziano è storico dell’arte al Palazzo Reale Borbonico patrimonio dell’Unesco.
Il Gup ha rinviato a giudizio anche un quarto imputato, Giovanni Marino, dipendente di una ditta che lavorava e lavora ancora alla Reggia di Caserta, che risponde del reato di furto in quanto accusato di essersi impossessato dei tondini e delle altre componenti in metallo della gabbia di Faraday, il parafulmine posto nel 2013 sul tetto del Palazzo Reale casertano. Dall’inchiesta sono usciti l’attuale sovrintendente dei beni architettonici e paesaggistici della Basilicata Francesco Canestrini, che tra il 2010 e il 2013 era il responsabile alla Reggia Vanvitelliana del Parco Reale e del Giardino Inglese, e il funzionario Marco Mazzarella, per i quali è intervenuto decreto di archiviazione.
Lascia un commento