Immancabile, come il vischio a Natale o le lenticchie a Capodanno. Più degli auguri, seppur graditi, può il ‘mazzolin di fiori’. Quei pallini gialli che l’8 marzo sono venduti a ogni angolo, supermercato, incrocio. E che i più distratti riescono comunque a recuperare all’ultimo minuto, a volte in maniera anche poco lecita avvistando quel ramo che fuoriesce da un giardino…Un rito che negli anni è divenuto quasi automatico. Non tutti, però, sanno perché si regala la mimosa, e che questa è una tradizione tipica italiana. A decidere quale fiore dovesse diventare il simbolo delle lotte per la parità genere è stata, nel 1946, l’assemblea dell’Udi (Unione donne italiane). In particolare, tra le attiviste – Rita Montagna e Teresa Noce – che hanno eletto questo fiore come simbolo della festa dell’8 marzo, c’era Teresa Mattei, ex partigiana e convinta sostenitrice dei diritti delle donne.
La mimosa però non fu l’unica proposta portata in assemblea. Tra i candidati vi erano anche anemoni, garofani e la violetta. Quest’ultima, secondo i racconti dell’epoca, sarebbe stato ritenuto il fiore più rappresentativo della lunga tradizione della sinistra europea. La decisione a quel punto fu messa ai voti e vinse la mimosa perché, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, era ritenuta più economica. Ma non solo. La mimosa è l’unico fiore che sboccia a marzo e, nonostante la sua fragilità apparente, riesce a crescere, anche su terreni difficili. Col passare degli anni, il business dell’8 marzo ha portato a una crescita vertiginosa del costo fiore, venduto praticamente solo in quel giorno.
“La mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette – spiegò Teresa Mattei in un’intervista -. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente”. Anni dopo l’ex partigiana Mattei, morta nel 2013 all’età di 92 anni, raccontò: “Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano”.
PER I ROMANTICI – Ma per gli irriducibili romantici esiste una spiegazione più affascinante legata a questa tradizione. Secondo gli Indiani d’America pare che i fiori della mimosa significhino forza e femminilità, quindi sono perfetti per la ricorrenza. Per gli amanti delle coincidenze, altre voci riportano che vicino alla fabbrica bruciata nel 1908 crescesse proprio un albero di mimosa, fiorito in quei giorni.
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