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L’organizzazione dello spinning intasca e fa business con i Renais Days

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La città di Caserta ha ospitato anche quest’anno i Renais Days, che per due giorni si è dedicata allo spinning,  organizzata dalla Energy Club con l’istruttore Beppe Meglio, gran cerimoniere dell’evento sportivo. Il 10 e l’11 maggio gli appassionati di questa disciplina si sono dati appuntamento nella città capoluogo,  in un luogo, secondo noi,  non adatto a un evento simile.

Perché la location prescelta per l’evento è stata, nuovamente, il Belvedere di San Leucio, e nonostante il  nostro disappunto, speravamo, che almeno le casse di palazzo Castropignano si fossero «rimpinguate» con un lauto introito per cercare di dare anche con violenza un senso ad una scelta che resta incomprensibile per buona parte dei casertani. Avremmo voluto darvi notizia di quanto si siano state «rimpinguate» le casse cittadine per l’allestimento di questi due giorni (11/12 maggio) ma sull’albo pretorio i documenti come è noto latitano. Allora ci siamo adoperati diversamente, facendo dei calcoli approssimativi.

Sono giorni, intanto che continuano le polemiche da parte di chi, come noi, ritiene, che la sacralità di questo luogo sia stata “svenduta” per pochi spicci  (1200 euro, per esattezza ). Anche se, vi sono persone che considerano questo evento un buon modo per pubblicizzare un luogo.

A tal proposito, abbiamo provato a fare due calcoli alla Energy Club, società organizzatrice dell’evento e utilizzando le cifre avute a disposizione, cioè il costo dell’iscrizione giornaliera all’evento, 27 euro, il prezzo per partecipare ad entrambe le giornate, circa 35€, e il numero di partecipanti, almeno 400 cyclette erano in fila, siamo arrivati su per giù ad un ricavo di 15 mila euro, sponsor esclusi (certamente  la società organizzatrice ha a disposizione il nostro sito per correggere eventuali nostri errori nel calcolo e rendere pubblici i numeri). Bisogna riconoscere però, che la Energy Club è un’impresa privata, quindi è libera di gestire il tutto come meglio crede, a maggior ragione che ha saputo individuare il BUSINESS,  usufruendo  di un patrimonio mondiale dell’umanità a poco più di mille euro.

Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa del comune di Caserta per tante ragioni. Una di queste, la più importante, riguarda il fatto in sé, cioè quell’autorizzazione all’utilizzo del Belvedere che non andava concessa , né quest’anno, né l’anno passato. Se nel 2018, pensavamo che non si  ripetesse più , abbiamo sicuramente sbagliato. Comunque, resta inconcepibile  che un ente proprietario di un bene con una storia centenaria, lo gestisca  nel peggior modo possibile, pur di guadagnare qualcosa, anche pochi spicci. Ancora stiamo aspettando  di poter leggere gli atti autorizzativi di quest’anno, visto che per ora abbiamo potuto guardare solo la determina dell’anno scorso. 

Siamo costretti per l’ennesima volta a criticare il comune di Caserta, ritenendolo il primo responsabile per quanto riguarda la questione dei rifiuti che inevitabilmente, si sono accumulati (bottiglie di plastica, ecc).

Possibile che nessuno negli uffici comunali abbia pensato al rischio che l’immondizia restasse vergognosamente fino la mattina precedente?  Nessuno poteva avvisare la Eco.Car.?

Un episodio che descrive ancora una volta l’ incapacità di chi amministra questa città.

Sicuramente anche gli organizzatori dell’evento avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione al decoro del Belvedere, invece di far lasciare buste e bottiglie  in un luogo sacro della storia di questa terra…ma Kest’è !

 

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