Il reddito di cittadinanza? Non mi conviene, meglio continuare a lavorare in nero». Manuela, 50 anni, commessa “invisibile” di un negozio d’abbigliamento del Sud Italia, s’è fatta i conti in tasca insieme al marito. Con un’entrata non dichiarata di 600 euro al mese, potendo contare formalmente solo sull’assegno di invalidità di lui da 650 euro, avrebbe tutti i requisiti per poter fare domanda di sussidio, visto che l’Isee di famiglia arriva a 6mila euro scarsi. «Ma saremmo pazzi a chiedere il reddito», spiegano. «Per 780 euro al massimo, ci attiriamo i controlli dell’Agenzia delle entrate, con il rischio dover rinunciare a una serie di esenzioni e agevolazioni che ci fanno comodo». Tanto, dice Manuela, «a 50 anni che lavoro vuoi che mi troveranno al centro per l’impiego?».
In realtà, potrebbero essere in molti a voler rinunciare al Reddito di cittadinanza dei pentastellati. Sembra che nel mese di maggio sono giunte moltissime richieste di annullamento nei vari Caf del territorio italiano. Molti i fattori che avrebbero portato i cittadini a rinunciare: primo fra tutti il bassissimo importo erogato sulle carte gialle. Soltanto al 16% delle carte è stato concesso un importo superiore ai 750 euro a fronte di controlli strettissimi.
La procedura per rinunciare non era stata prevista, ma la platea di persone che si sono rivolte a Caf e sedi Inps per poter dimostrare la loro delusione per il reddito erogato è stata talmente vasta che ora si deve cercare una soluzione. Da una parte c’è chi promette una soluzione entro la fine del mese, un modulo apposito in cui il cittadino potrà dimostrare tutta la sua volontà di rinuncia. Ciò che fa venire meno la credibilità del cavallo di battaglia dei pentastellati in campagna elettorale è che a rinunciare non è stato solamente chi si è visto un bonus mensile calcolato di 40 euro (a fronte dei 780 euro previsti) ma anche chi ha ricevuto o dovrà ricevere importi di denaro maggiore. Infatti, come abbiamo suddetto, sono tanti quelli che pensano che il gioco non valga la candela, in quanto chiunque accetti il Reddito di cittadinanza,dovrà essere sottoposto a controlli fiscali maggiori e soprattutto ad obblighi lavorativi che potrebbero non soddisfarlo. Quindi il ripensamento di circa 130mila persone.
I numeri del reddito, sono i seguenti: 300mila card consegnate. Entro il mese di maggio dovranno esserne consegnate altre 200mila. Le domande di marzo, valutate lo scorso mese, sono state circa 490mila. Circa 60mila di queste 490mila hanno ricevuto un reddito che varia dai 40 ai 100 euro. Un 8% dei nuclei ha invece ottenuto tra i 100 e i 200 euro, inevitabilmente sono rimasti delusi anche loro dall’importo erogato sulla carta. E alcune richieste di annullamento sono giunte anche da quel 7% che sulla card si è visto erogati dai 200 ai 300 euro. Chi lavorava e guadagnava in nero, dunque con un lavoro non stabile non vede questo bonus come qualcosa che possa realmente aiutarli visto che dal lavoro nascosto potevano ottenere molto di più.
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