Abbiamo chiesto a destra ea manca, per far chiarezza e informare, quella manciata di cittadini casertani e non ,che credono nel nostro operato, o di quei genitori del plesso di ercole che si domanda dove andremo a finire.
La sede della scuola elementare, due sezioni, si trova, in un immobile edificato, qualche tempo addietro dal noto costruttore edile Antonio Crispino.
Alla luce dei fatti a nostra portata, esterniamo il pensiero, di una deduzione logica ed elementare, se il comune di Caserta ha scelto di utilizzare quell’immobile per ospitarvi due sezioni della scuola, che ha la sua direzione a San Leucio, vuol dire che aveva il pieno possesso di questo edificio….
… il Comune utilizzando costantemente, per anni e anni, questo immobile lo avrà considerato di sua proprietà , non avendone il costruttore Antonio Crispino, sembrerebbe mai rivendicato con atti alcunché…
…potrebbe essere una tacita compensazione immobiliare per oneri di urbanizzazione non versati….
Pensiamo ciò alla luce ed è risaputo, ovvero che una bassa percentuale di imprenditori edili hanno pagato gli oneri di urbanizzazione per le loro opere edificate nel perimetro della città capoluogo, negli ultimi 20 anni…
Volete sapere cosa pensiamo, cosa sarebbe accaduto? Basta chiedere….
L’esattore del comune, cioè la Publiservizi, immagginate abbia spedito al Crispino diverse cartelle per il pagamento di svariate tasse e tributi, a tale azione….la reazione…. l’imprenditore, che oltre ad essere il cognato del dirigente Carmine Sorbo, è salito a Palazzo Castropignano e avrebbe semmai esordito: Bellagente, se mi arrivano gli avvisi per pagare le imposte comunali, allora vuol dire che il proprietario dell’immobile sono io?
Per cui ora per quel minimo d’intelletto a nostra disposizione, sembrerebbe che il Comune se vuol continuare a tenere i bimbi dentro la scuola, deve pagargli un canone d’affitto, arretrati compresi, così si si spiegerebbe anche quella cifra di 300 mila euro e passa di cui viene fatta menzione nella lettera spedita dalla coppia Biondi-Gugliotta alla dirigente scolastica….Kest’è!
Restano queste, nostre considerazioni, come restano problemi e i disagi, del resto facilmente immaginabili, per le citate famiglie, sono tutti declinati nel documento dell’assemblea che pubblichiamo in calce.
IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO DEI GENITORI
Il Consiglio dell’Istituto F.Collecini – Giovanni XXIII di San Leucio si è riunito in data 14/02/2017 per discutere la nota prot.14227 del 09/02/2017, a firma del dirigente P.I.Francesco Biondi e del responsabile P.I. Gugliotta, con la quale il Comune di Caserta comunica che dal prossimo anno scolastico gli alunni della scuola dell’infanzia del plesso di Ercole, dovranno trovarsi una nuova sede.
La discussione è stata molto animata e, nel corso della stessa sono emerse le seguenti considerazioni: Il Ministero, ma soprattutto i Comuni devono provvedere al funzionamento delle scuole per quanto di loro competenza, come previsto dalla legge.
Purtroppo, da anni, il Comune di Caserta non solo non sostiene le molteplici attività che la scuola promuove, ma non provvede nemmeno a fornire quanto la legge pone a sua carico per il normale funzionamento.
I genitori della scuola dell’infanzia di Ercole hanno provveduto, tra l’altro, anche all’acquisto di sedie per i bambini – La comunicazione di cui sopra è di estrema gravità e comporta una serie di problemi di difficile soluzione, anche perché dalla nota in questione non emergono proposte alternative praticabili.
Intanto circa quaranta famiglie hanno iscritto i propri figli alla scuola di Ercole.
Le iscrizioni si sono chiuse in data 6 febbraio 2017. Anche volendo trasferirli altrove, con grave disagio, potrebbero non trovare posto in altro Istituto.
Gli estensori della nota, evidentemente non conoscono la realtà scolastica. una decisione così determinante doveva essere oggetto di discussione con le autorità scolastiche, anche al fine di concordare eventuali soluzioni meno dolorose.
Le conseguenze della chiusura di un plesso scolastico possono essere disastrose .
Oltre ai disagi per le famiglie, bisogna considerare che la perdita di alunni comporterebbe una revisione dell’organico con conseguente perdita di posti per i docenti e ATA. Tutto ciò al fine di contenere le spese del Comune.
L’assessora dichiara che per mantenere in vita le due sezioni della scuola di Ercole occorrono 320 mila euro.
Sarebbe interessante conoscere in dettaglio queste spese, visto che il comune da tempo non provvede a fornire alla scuola quei servizi che pur la legge pone a suo carico.
C’è da chiedersi perché il Comune si ostina a tagliare le spese in un settore in cui dovrebbe investire per il bene comune, negando ai più piccoli un loro sacrosanto diritto: il diritto allo studio.
Il Presidente del Consiglio Daniela Natale
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