L’aula della Camera, con votazione unanime, ha approvato l’emendamento che istituisce il reato di revenge porn e sexting. La norma ha avuto 461 si’ e nessun voto contrario. Un lungo applauso dai banchi di maggioranza e opposizione dopo la votazione.
Quindi, carcere da uno a sei anni per chi diffonde foto o video a contenuto sessuale per vendicarsi del partner dopo la fine di una relazione. E’ quanto prevede il nuovo reato di revenge porn approvato all’unanimità dall’aula della Camera con un emendamento al Codice rosso, in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Il testo prevede che chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro.
La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.
Previste aggravanti se il reato è commesso dal partner o da un ex con diffusione via social: la pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. Nei casi piu’ gravi si procede tuttavia d’ufficio.
Lascia un commento