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Inghippo giuridico ed è tutto da rifare…Emanuele il 14 enne, ucciso senza giustizia

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Un’altra coltellata al cuore, questa volta ai familiari, dopo i tre anni e mezzo trascorsi nelle aule di giustizia, che per molti non lo sono.

Ricordate il quattordicenne, Emanuele Di Caterino, tragicamente ucciso da una coltellata al cuore inflitta dal diciasettenne Agostino V.,  durante una lite ad Aversa, l’8 aprile del 2013?

(un gruppo di ragazzi di San Cipriano D’Aversa davanti a un bar,  Agostino V. cerca di rompere un’insegna dell’ufficio postale a calci, qualche parola di troppocon altri ragazzi,  risponde alle offese, la rissa, il tentativo di Emanuele di difendere gli amici ricevendo la  mortale coltellata al cuore )

Agostino V., ritenuto colpevole di omicidio da un unico giudice, ora maggiorenne è tornato libero, nella sua Villa di Briano, per decorrenza termini.

Agostino V. in realtà ha solo usufruito di un suo diritto da detenuto: se entro otto mesi dalla sentenza di primo grado non si emette la decisione di Appello, il minore detenuto viene rilasciato, anche se oggi è maggiorenne.

A deciderlo, l’unica sezione della corte di Appello di Napoli dedicata ai reati commessi da minorenni. I magistrati, dopo tre rinvii di udienze e diversi slittamenti, hanno rispolverato una decisione della Corte di Cassazione, sezioni unite, del 2014 che prevede una sentenza emessa da un organo collegiale per i minorenni.

La condanna deve essere decisa, dunque, non da un unico giudice, anche se il processo si svolge con un rito abbreviato.
Un inghippo giurispudenziale…. il nodo giuridico è la composizione del collegio che prevede, per la Cassazione, la presenza di un giudice togato, stando alla decisione delle sezioni unite, ma anche di due giudici onorari, un uomo e una donna, con competenze specialistiche. La procedura per Agostino V. non è stata seguita correttamente  e quindi …’pluff‘…. cancellate le udienze, cancellata la motivazione della sentenza che chiarisce i punti oscuri di quella maledetta sera ad Aversa .
Bisogna rifare tutto da capo…Basita la madre di Emanuele, rappresentata come parte civile dagli avvocati Giovanni Cantelli e Nando Letizia, è indignata: «Come faccio? Come faccio a spiegarlo ai miei figli ora che camminando per strada possono trovarsi avanti l’assassino di Emanuele? – aveva detto – come faccio ad essere ancora credibile quando dico ai giovani che chi sbaglia paga? E come faccio a stare tranquilla nel pensiero di quanto è accaduto». Ha scritto al Ministero della Giustizia, rivolgendosi al guardasigilli : «Spero solo che 15 anni restino 15 e che non comincino ad esserci sconti. Sono comunque pochi per me, dovranno servirgli a comprendere il risultato del suo gesto». Così, purtroppo, non è stato…bisogna ancora attendere per avere giustizia per Emanuele

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