Stasera si festeggia Halloween, che rimanda a tradizioni antiche della cultura celtica e anglosassone.
Perché si tratta di una festa tanto amata?
Attorno ad Halloween è indubbiamente esplosa una grande operazione di marketing. Questa, a sua volta, trae alimento dal filone horror-fantasy a cui si ispira la parte più cospicua della narrativa contemporanea, della fiction cine-televisiva dell’industria video ludica. Per questa ragione è molto facile oggi condividere, in un’unica occasione, suggestioni globalizzate e multi-generazionali. Figli e genitori, almeno per quanto riguarda i mostri dell’immaginario, sono assimilabili per frequentare, o aver frequentato, gli stessi universi fantastici. È facile che padri e madri siano i primi a divertirsi nel trasformare i loro pargoli in bambole assassine o troll fracassa ossa.
Perché Halloween suscita polemiche e proteste?
E senza dubbio evidente che la passione per Halloween metta emotivamente in secondo piano quella festività che il calendario liturgico tradizionalmente dedica a tutti i santi.
Giornata che è sempre stata legata al due novembre dedicato al ricordo dei defunti. Entrambe le giornate, oltre alla loro centralità dal punto di vista della pratica religiosa, sono sempre state collegate a una molteplicità di tradizioni locali, tra il devozionale e il folcloristico, che rappresentavano un momento di coesione familiare, di legame con le proprie radici e anche un rituale di passaggio nel pieno della stagione invernale. Halloween ha oggettivamente divorato la ricchezza di questa molteplicità di consuetudini, sempre e comunque inserite nel comune ambito della fede cattolica.
Halloween è una festa oscura importata da culture estranee alla nostra tradizione?
È vero che le radici remote di Halloween sembrano affondare nel mondo degli antichi Celti, per i quali il primo novembre segnava il ponte di passaggio tra la fine della «stagione calda» e l’inizio della «stagione delle tenebre e del freddo». Nel calendario druidico la notte del 31 ottobre era la notte di Samhain, ovvero la porta fatidica che apriva il semestre più buio dell’anno in cui regnava il dio delle tenebre. In quella notte il tristo Shamhain scatenava per questo demoni e spiriti malvagi.
Stiamo parlando di una festa cristiana riconducibile comunque al nostro culto dei santi…
Chi difende questa tesi ricorda che il giorno dedicato a Ogni Santi (in inglese All Saints’ Day) era anticamente chiamato All Hallows’ Day. La notte che precedeva questa giornata era chiamata All Hallows’ Eve che significa la vigilia dei santi, o anche All Hallows’ Even, cioè la sera dei santi, poi abbreviato in Hallows’ Even, quindi in Hallow-e’en ed infine in Halloween.
È vero che qualcosa di simile è sempre esistito anche nelle nostre tradizioni?
In molte regioni italiane le più profonde radici contadine hanno sempre fatto coincidere questo periodo a riti familiari che vedevano, grandi e piccoli, uniti nel ricercare un punto di contatto con i loro defunti. Ovunque nel nostro Paese è possibile ritrovare tracce di processioni con piccoli lumi, in alcuni luoghi anche dentro delle zucche, o candele accese sul davanzale per indicare la via di casa alle anime in visita. Come pure è diffusa la confezione di dolci particolari, come in regioni dell’ Italia centrale le «fave dei morti», in Sardegna e nel meridione particolari pietanze che sono preparate per far banchettare i parenti defunti.
Chi si è apertamente schierato contro Halloween?
Aldo Buonaiuto, responsabile del servizio anti-sette della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, ha dichiarato che si tratta di una «festa anti-cristiana, pseudo carnevalata che risponde a un culto satanico collettivo». Anche per il decano degli esorcisti, padre Gabriele Amorth, Halloween sarebbe «una trappola del demonio, che le prova tutte». Un anno fa anche l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, a proposito di Halloween ha parlato del «rischio che comporta l’assecondare e promuovere una festa che fa dello spiritismo e del senso del macabro il suo centro ispiratore».
Chi pensa invece che la festa abbia la sua ragione d’esistere?
Soprattutto chi si diverte, ma anche chi ci guadagna: due anni fa il Codacons aveva stimato che in Italia il giro d’affari attorno a costumi da mostro, addobbi, feste, gadget, dolcetti e scherzetti si sarebbe aggirato attorno ai 300 milioni di euro. Dei quali ben 15 sarebbero stati spesi solamente in zucche di ogni origine e tipo. Tutto in un sabbah di streghe, vampiri e mostri putrefatti che avrebbe coinvolto dieci milioni di Italiani, di cui il 70 per cento al di sotto dei 30 anni. Quest anno si prevede che la crisi economica taglierà anche Halloween, con un 15 per cento in meno di spese rispetto al 2015. La Cia-Confederazione italiana agricoltori prevede che comunque verranno spesi 360 milioni di euro, sempre nella macabra gozzoviglia di questa notte di mostri affamati.
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