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Ferdinando Imposimato , addio

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CASERTA – Imposimato era stato ricoverato d’urgenza il 31 dicembre nel reparto di rianimazione. Era nato a Maddaloni (Caserta) il 9 aprile 1936. Magistrato, fu giudice istruttore di alcuni tra i più importanti processi di terrorismo, come quello per il caso Moro e quello per l’attentato al Papa. Nel 1987 venne eletto al Senato come indipendente di sinistra nelle liste del Pci, nel 1992 fu eletto Camera e poi nel 1994 nuovamente al Senato. Nel 2013 il Movimento Cinquestelle lo aveva indicato, assieme ad altri nomi, per l’elezione a Presidente della Repubblica. Nella sua carriera di magistrato si era occupato anche di criminalità organizzata, impegno pagato a caro prezzo: nel 1983 suo fratello era stato ucciso per una vendetta trasversale dalla camorra.

Ferdinando Imposimato è morto stamattina al Policlinico Gemelli di Roma .

Con Ferdinando Imposimato non sparisce soltanto un magistrato integerrimo e un grande giurista. Ma va via anche una persona splendida, di grande umanità e sensibilità. Per tutta la buona politica sono momenti di grande dolore, perché Imposimato – si legge in una nota del gruppo MNS – Caserta – ha rappresentato una luce vivida, una guida sicura sul percorso che noi anche dopo di lui, continueremo a percorrere nella lotta alla corruzione, al malaffare e alle mafie. Esprimiamo il nostro cordoglio più profondo e la vicinanza ai suoi familiari”.

Queste le personali parole di Marco Cerreto dirigente nazionale MNS: Un uomo saggio , grande giurista e politico , lo ricordo , Maddalonese come il mio papà sempre attento e disponibile, ancora vivo in me l’incontro l’anno scorso dove ci siamo incrociati sulla battaglia del referendum , affermandosi chiaro e coerente. E’ stato bello stare dalla stessa parte in quella battaglia

Magistrato e presidente emerito della Cassazione fu giudice istruttore di alcuni tra i più importanti processi di terrorismo dall’omicidio Bachelet al caso Moro e quello per l’attentato al Papa. Trai casi di cui si era occupato anche gli omicidi dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Nella sua carriera di magistrato si era occupato anche di criminalità organizzata, impegno pagato a caro prezzo: nel 1983 suo fratello Franco era stato ucciso per una vendetta trasversale dalla camorra e la moglie di quest’ultimo ferita gravemente.

Nel 1987 venne eletto al Senato come indipendente di sinistra nelle liste del Pci, nel 1992 fu eletto Camera e poi nel 1994 nuovamente al Senato. Nel 2015 il Movimento Cinquestelle lo aveva indicato per l’elezione a Presidente della Repubblica.Nel settembre del 2016 aveva motivato il suo no al referendum costituzionale con queste parole: “Il mio pensiero oggi va ad Aldo Moro e alla sua famiglia. Io sono stato il giudice dei tre processi Moro e sono sconvolto da questa vicenda perché ho scoperto, a distanza di 30 anni, che Moro è stato vittima di un complotto. Molti mass media – aveva aggiunto – difendono una verità sconvolgente. Moro è stato vittima non soltanto delle Brigate rosse che hanno sparato, ma di quel potere politico che sapeva dove era Moro, lo poteva salvare e non hanno fatto niente per salvarlo”. Negli ultimi tempi si era molto avvicinato alle posizioni dei No vax e aveva innescato una polemica dopo la morte di una bambina per malaria a Trento. 
Molti i libri firmati dal magistrato sul terrorismo e sulle stragi. In particolare, Imposimato riteneva che esistesse un filo rosso che univa tutta una serie di delitti politici avvenuti in Italia, a partire dalla strage di Portella della Ginestra per arrivare agli omicidi di Falcone e Borsellino. Aveva puntato il dito contro i servizi segreti stranieri, ma le sue tesi, tra cui quella di un coinvolgimento degli Stati Uniniti nel caso Moro, non avevano trovato riscontro. Tra le “verità alternative” alle quali aveva dato voce, anche quella che Washington conoscesse in anticipo i piani di Al Quaeda per distruggere le torri gemelle, ma non avrebbe fatto nulla per impedire la strage. Per il magistrato, inoltre, il gruppo Bilderberg avrebbe avuto un ruolo di rilievo nella strategia della tensione italiana, in particolare quello di mandante degli attentati.
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