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Il Comune di Caserta riguardo al biodigestore anaerobico procede in modo arbitrario e anomalo

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CASERTA – I 4 Sindaci fermi sulle loro posizioni, e si dicono pronti a impugnare tutti gli atti in tutte le sedi concernenti l’impianto rifiuti ovvero al Biodigestore anaerobico.I sindaci avevano in realtà già espresso la loro contrarietà in una delibera approvata dieci giorni fa nel corso di un consiglio intercomunale tenuto a Recale.

«L’impianto rifiuti a Ponteselice non vedrà mai la luce». Lo assicurano i sindaci di Capodrise, Casagiove, Recale e San Nicola La Strada , Angelo Crescente, Roberto Corsale, Raffaele Porfidia e Vito Marotta, che non condividono l’accelerazione del Comune di Caserta sul progetto per la realizzazione di un biodigestore anaerobico nella zona Asi al confine con i loro territori.

 Il sindaco di Recale Raffaele Porfidia :«Il Comune di Caserta sta procedendo in modo arbitrario e anomalo sulla vicenda del biodigestore anaerobico. La prima inadempienza consiste nel portare avanti un procedimento senza aver avuto il parere determinante e vincolante dell’ato, l’ambito territoriale ottimale».

Interviene il Sindaco Vito Marotta  di San Nicola la Strada: C’è chi sostiene come il vicesindaco di Caserta, Franco De Michele, che l’ato sia una diretta emanazione della Regione ma è una inesattezza. L’assessore dice una cosa grave e fuorviante. L’ato è espressione dei Comuni e ce ne sono ben quattro che hanno detto ‘NO’ all’impianto in località Ponteselice. Una volontà che non può essere ignorata in questo modo».

Tra i motivi del dissenso i quattro sindaci evidenziano la notevole vicinanza dell’area prescelta al centro abitato: «Casagiove si trova esattamente a 50 metri dal luogo individuato per la realizzazione del biodigestore – spiega il sindaco Roberto Corsale – qui insistono anche delle abitazioni e proprio qui, così come previsto dal Puc, sono previsti insediamenti commerciali e produttivi che rischiano di saltare se verrà costruito un impianto rifiuti».

Contestato anche lo studio di fattibilità redatto dalla società Athena: «È un piano che può essere facilmente smentito – denuncia Marotta – soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale e le ripercussioni sulla viabilità. È impossibile che un impianto della capacità di 40mila tonnellate non produca ripercussioni sul territorio. È sufficiente confrontarsi con un qualsiasi professionista del settore per avere risultati completamente opposti a quelli indicati nello studio di fattibilità. Invito l’amministrazione Marino a interpellare un’altra campana e a non limitarsi ad un solo parere che peraltro arriva ciclicamente, da almeno tre legislature, sempre dallo stesso studio». I quattro sindaci tengono tuttavia a precisare di non essere contrari al completamento del ciclo integrato di rifiuti e di riconoscere l’importanza di un impianto per il trattamento dell’umido purché venga realizzato in un’area idonea e lontana dal centro abitato. «Ci sono Comuni come Cancello Arnone e Vitulazio – spiega Porfidia – che si sono detti disponibili ad ospitare l’impianto, perché la Regione non prende in considerazione le loro richieste invece di imporre il biodigestore nella conurbazione casertana?». «Una decisione così importante – gli fa eco il sindaco Corsale – non può essere calata dall’alto. È inconcepibile che nessuno dei sindaci dei comuni limitrofi sia stato consultato, se non a giochi già fatti. È una vergogna». E intanto i primi cittadini di Capodrise, Casagiove, Recale e San Nicola La Strada si preparano ad andare in Regione e anche a Palazzo Castropignano: «Considerato che nessuno si è degnato di consultarci – fa notare ancora Porfidia – consegneremo materialmente la delibera ufficiale che hanno approvato i nostri consigli comunali sia al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che al sindaco di Caserta, Carlo Marino».

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