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Un detenuto del reparto “Danubio” punta alla gola un taglierino all’agente di polizia penitenziaria

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ancora violenza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Ancora riflettori puntati sulla casa circondariale in passato salita alla ribalta nazionale per i pestaggi – da parte degli agenti sui detenuti – dell’aprile del 2020. Vincenzo Palmieri, segretario regionale dell’Osapp (Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria), denuncia nuovi episodi di violenza che hanno raggiunto nuovi picchi, facendo emergere le criticità strutturali e organizzative che da tempo affliggono l’istituto. Palmieri racconta una realtà drammatica che sta mettendo a rischio la sicurezza all’interno della struttura: “Il carcere ospita attualmente circa mille detenuti, un numero ben superiore alla sua capacità regolamentare di 700 posti”, ha dichiarato il sindacalista, sottolineando come il sovraffollamento renda impossibile garantire una gestione sicura e ordinata. La carenza di personale è un altro nodo cruciale della situazione: il numero ridotto di agenti di polizia penitenziaria rende difficile intervenire tempestivamente e gestire la popolazione carceraria, soprattutto quando si registrano episodi di violenza tra i detenuti.
Secondo quanto riferito da Palmieri, già dalla mattina di sabato scorso si è verificato un grave episodio che ha messo in pericolo la vita di un agente di polizia. Un detenuto del reparto “Danubio” ha minacciato con un taglierino l’unico poliziotto di turno, puntandogli l’arma alla gola. L’agente, fortunatamente, è riuscito a sottrarsi dal pericolo grazie al ripensamento del detenuto. Il 28enne coinvolto, di origini napoletane, ha una condanna definitiva per rapina, traffico di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale.

La sua condanna terminerà nel 2030. Palmieri ha evidenziato come la professionalità e la mediazione dell’agente siano state decisive per evitare una tragedia. Nel pomeriggio di sabato, la situazione è ulteriormente degenerata. Tre detenuti del reparto di isolamento hanno sfondato la porta di accesso e tentato di evadere, salendo sul tetto adiacente al reparto “Nilo”. Durante il tentativo di fuga, uno dei tre detenuti è caduto e ha riportato gravi ferite, che hanno richiesto il trasporto in ospedale. Gli altri due detenuti, invece, sono stati accontentati nella loro richiesta di trasferimento e sono stati ricollocati nel carcere di Poggioreale. Palmieri e l’Osapp chiedono a gran voce un potenziamento dell’organico, interventi strutturali per migliorare la sicurezza e misure più rigorose per contrastare il traffico di droga e l’introduzione di telefoni cellulari all’interno dell’istituto. Questi strumenti, infatti, non solo facilitano i contatti esterni dei detenuti, ma alimentano anche il proseguimento delle attività illecite dentro il carcere. “La sicurezza dell’istituto è compromessa, e la situazione non può continuare così”, ha concluso Palmieri, rimarcando l’urgenza di un intervento da parte delle autorità competenti per garantire condizioni di legalità e ordine all’interno della struttura.

In attesa di una risposta concreta alle sollecitazioni del sindacato, la situazione al carcere di Santa Maria Capua Vetere resta critica, con il rischio che nuovi episodi di violenza possano verificarsi in qualsiasi momento.

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