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I magistrati hanno respinto il piano di riequilibrio presentato dal Comune di Caserta

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L’ordinanza numero 7 della Sezione di Controllo della Corte dei Conti è stata depositata.

I magistrati hanno respinto il piano di riequilibrio presentato dal Comune di Caserta.

Giovanni Coppola (Presidente), Rossella Cassaneti, Alessandro Forlani, Rossella Bocci, Francesco Sucameli, Raffella Miranda e Carla Serbassi (Relatore),

L’ annunciata ‘verdeglia’ apre le porte di un nuovo dissesto. Dal deposito della sentenza, avvenuto ieri mercoledì 24 gennaio, il presidente del Consiglio ha l’obbligo, previsto dal Tuel, di convocare il consiglio comunale per decretare il dissesto. Contro l’ordinanza, però, certamente l’amministrazione presenterà ricorso e dunque i termini si prolungheranno in attesa della decisione del Consiglio di Stato. Restano i problemi economici del Comune.

Venendo alla decisione dei magistrati sono chiare le parole utilizzate che dipingono un quadro per nulla rassicurante.

Il primo problema è quello della procedura di dissesto aperta nell’ottobre 2011 e ancora aperta.

Per la Corte dei Conti l’indeterminatezza e la scarsa comprensibilità dell’ammontare della massa passiva e attiva, rappresentano un ostacolo enorme, e pericoloso alla tenuta dei conti comunali, così come pure “la presenza di un rilevante contenzioso ad oggi non ancora definito, con singole posizioni creditorie di consistente ammontare, che sembrano di difficile gestione, e su cui non sono state fornite le notizie richieste”.

Oltre alle incognite sui debiti che potrebbero piovere sui conti ‘ordinari’ una volta chiuso il dissesto, ci sono tutte le anomalie del piano di riequilibrio presentato dall’assessore Federico Pica. Il disavanzo dichiarato nel piano è inferiore a quello reale, scrivono i magistrati della Sezione di Controllo, non è stato effettuato il riaccertamento straordinario e ordinario dei residui attivi, che sono sovrastimati, si continua a parlare di ‘cronica incapacità di riscossione’ e di ‘sottostima del fondo passività potenziali’. Resta ncora da chiarire anche l’aspetto dei debiti fuori bilancio (la quantificazione operata dal Comune viene definita ‘imprecisa’).

“In definitiva – si legge nell’ordinanza – il Comune, afflitto da lungo tempo da squilibri di bilancio e irregolarità contabili e finanziarie, non è stato in grado di porre in essere tutte le misure segnalate in motivazione, necessarie al suo risanamento e, nello specifico, all’impostazione e all’avvio, in modo proficuo, del piano di riequilibrio in oggetto. Si ritiene doveroso ribadire che le criticità dell’Ente erano già dettagliatamente rilevate da questa Sezione, con la citata delibera n. 173/2015, e dal Collegio dei revisori, nelle sue numerose segnalazioni, e che tali criticità risultavano anche dalla relazione del Ministero dell’interno, relativa al piano di riequilibrio finanziario pluriennale, e dalle raccomandazioni ivi contenute. L’azione di risanamento implica, evidentemente, il coinvolgimento di tutti gli organi del Comune aventi responsabilità sia – politica che amministrativa, dovendo la medesima superare le rilevate carenze strutturali dell’Ente.”

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