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INDUZIONE ALLA PROSTITUZIONE ANCHE A CASERTA, ARRIVANO PROVVEDIMENTI DEL TRIBUNALE

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La “madame” dovrà scontare 20 anni di carcere, mentre l’uomo che l’aveva aiutata a tenere soggiogata una giovane connazionale ne dovrà espiare 9: si chiude con due condanne la vicenda di una ragazza nigeriana, attirata in Italia con la prospettiva di studiare e poi costretta a prostituirsi prima a Caserta e poi, quando voleva denunciare, in Germania. La sentenza è stata emessa dalla Corte di Assise di Reggio Calabria (presidente Natina Praticò) nei confronti di Sonia Osazee, 41 anni, riconosciuta responsabile di tratta di essere umani, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale, e del 31enne Sunday Ediorans, che era accusato solo di tratta di persone.

In Italia per studiare, costretta a prostituirsi a Caserta

Il processo nasce da una inchiesta della Squadra Mobile di Reggio Calabria, aperta dopo la denuncia di una giovane nigeriana. La ragazza, come ha ricostruito nel corso della requisitoria il pm Sara Amerio, e come la stessa vittima aveva raccontato in aula, era arrivata in Italia con un barcone e attirata con la promessa che sarebbe andata a scuola. Una volta sbarcata, però, era stata finita nelle mani di Sonia Osazee. Secondo le risultanze investigative la donna “reclutava, introduceva nel territorio dello Stato ed ospitava la persona offesa sulla quale esercitava poteri corrispondenti al diritto di proprietà, mantenendola in uno stato di soggezione continuativa e costringendola a prestazioni lavorative di tipo sessuale, con minaccia (di uccidere la sua famiglia d’origine e di farla tornare in Nigeria), inganno (avendole rappresentato che sarebbe venuta per intraprendere degli studi), abuso di autorità (per essere di età superiore), approfittando di una situazione di vulnerabilità, di inferiorità fisica e psichica e di una situazione di necessità”.

 

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