CASERTA – Beccati due bimbiminkia dal guardiano del cinema di via Borsellino, intenti a deturpare con violenza gratuita l’unico cinema in città: IL DUEL.
Dopo aver rotto il vetro, sono riusciti ad entrare nel multisala, ma sono stati colti in flagranza dalla sicurezza del cinema.
Per i ‘bravi ragazzi’, non è scattata la denuncia, in considerazione il fatto che i ragazzi sono molto giovani e gli agenti di polizia giunti sul posto hanno chiamato i genitori dei ragazzi, che una volta chiamati a rispondere delle azioni dei figli minorenni in caserma trasaliscono,come è accaduto al noto professionista del Capoluogo, quandoè andato a riprendersi il figlio.
Almeno la metà dei genitori convocati dai Carabinieri per aver sorpreso i figli a delinquere o alla guida senza patente della minicar o macchinone, per non parlare di quando avvezzi nel consumo di droghe leggere nei parchi pubblici reagiscono minimizzando e prendendo le difese dei loro pargoli
Tutto per noia? O forse per un senso di ribellione?
Di certo ho potuto osservare frequentemente nei loro occhi l’indifferenza, afferma un ‘falco‘ della mobile, più pericolosa di qualsiasi atto vandalico. La stessa che riscontriamo nei genitori quando li portiamo a conoscenza delle azioni dei figli. In queste storie non possiamo non registrare un senso di abbandono drammatico da parte di questi ragazzi. Anche tanti anni fa si commettevano marachelle e si rompevano vetri, i ragazzi compivano atti di danneggiamento ma con la consapevolezza del disvalore di quell’atto.
Il ruolo delle famiglie?
Rispetto a qualche anno fa oggi non c’è più il controllo dei genitori e questa noia, il distruggere senza consapevolezza, nasconde una incredibile manifestazione di sofferenza per l’assenza di mamma e papà. In più davanti alla realtà i genitori negano, difendendo i figli e dunque peggiorando la situazione sotto il profilo educativo. A questo proposito mi viene in mente un altro episodio sempre di un gruppo di minori di ‘famiglie bene’ provenienti da Roma che durante l’ estate scorsa erano con i nonni in vacanza. Ogni sera i ragazzini si divertivano a distruggere le auto in sosta rompendo specchietti, vetri e forando gli pneumatici; siamo riusciti a risalire a loro grazie ad una telecamera montata a bordo di un’auto e in funzione ventiquattr’ore su ventiquattro.
Inevitabile anche l’“effetto branco”…
Certamente la benzina del bullo o del vandalo è sempre il consenso; uno agisce mentre gli altri incitano al danneggiamento e filmano l’atto distruttivo o da bullo. Tutto questo abbassa le inibizioni, come anche l’utilizzo di droghe leggere.
Che uso c’è fra i minori degli stupefacenti?
Certamente cresce ed è diffusissimo l’uso di droghe leggere e alcool in età scolare, con la soglia dell’età media che si abbassa ai 13 anni: assistiamo in particolare a giugno e settembre a un aumento dei casi di danneggiamento e spesso è possibile osservare minori in giro in gruppo a tarda ora per la città, perché lasciati più liberi dai genitori in corrispondenza del periodo quintanaro. Molto frequentemente chiamiamo i genitori in caserma dopo aver sorpreso i figli a consumare droghe leggere. La metà di questi genitori difende i figli, minimizza la cosa. In rarissimi casi ho visto le mamme piangere, davvero raramente.
L’imperativo è prendersi cura di questi ragazzi, controllarli.
Certamente. Io stesso vedo con i miei occhi ragazzini che in questi periodi di festa girano fino alle 4 di notte in giorni infrasettimanali e scolastici, come se le regole non esistessero, come se fossero completamente abbandonati a se stessi.
Mamma e papà devono farsi investigatori dei figli?
Direi di si, è soprattutto importante che ‘facciano rete’ con i genitori dei loro amici oltre a comunicare coi propri ragazzi. Resta il fatto che è l’esempio l’elemento cardine dell’educazione: mi è capitato di parlare di rispetto dell’ambiente in una scuola media del territorio dove ho esordito affermando: “Non dà fastidio anche a voi veder gettare le cartacce dal finestrino dell’auto”? Una bimba ha candidamente risposto: “A me non dà fastidio, lo faccio anche io e pure il mio papà lo fa”. Ecco dunque il valore dell’esempio, come anche nel caso della violenza familiare: se un bambino cresce abituandosi ad essere spettatore di atti violenti non potrà che perpetuare ciò a cui è stato abituato, ciò che per lui è normale. Ecco perché, oltre a quella delle famiglie è importante la voce delle Istituzioni, della Scuola e delle organizzazioni religiose del territorio che devono insegnare il disvalore di certe condotte. Anche il nostro lavoro mette quotidianamente al centro i ragazzi e la scelta di creare in caserma una stanza dedicata all’ascolto di donne o minori che abbiano subito abusi e maltrattamenti segue queste intenzioni; da dicembre scorso ad oggi è servita per 20 casi.
Che consigli dà ai genitori?
Innanzitutto guardare il telefono dei figli minori senza remore: la privacy di un adolescente deve essere gestita. Dunque controllare i social ma osservare i ragazzi anche nelle loro frequentazioni e nei loro spostamenti, verificando chi incontrano e dove vanno quando escono da soli. Fondamentale il valore dello sport, educandoli a rispettare le regole e gli altri: in questo caso la squadra e l’avversario. Il tutto tenendo presenti i danni che può produrre il senso di abbandono in un minore, la mancanza di controllo, di regole, l’indifferenza di mamma e papà ai suoi atti di ribellione e violenza.
Lascia un commento