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Caserta, rivolta dei commercianti e imprenditori contro l’ultimo Dpcm

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La situazione economica generata dalla pandemia sta mettendo a serio rischio quasi tutte le  imprese casertane legate al commercio.

Una stima che arriva dalle categorie con bar, ristoranti, negozi e alberghi alle prese con la nuova stretta prevista dal Dpcm appena firmato.

Il governo attua misure folli e incontrollabili e a pagare sono i cittadini e i commercianti. Adesso con il nuovo decreto del presidente del Consiglio, viene preventivata la chiusura definitiva di molte attività. “È l’ennesima batosta per un settore che stava trainando la ripresa economica, che almeno stava galleggiando. Con queste restrizioni si fa prima a chiudere,” afferma un commerciante casertano. I sindacati di categoria, inoltre, sostengono che l’assistenzialismo non basta. E ritengono che i commercianti in questi mesi hanno fatto molto per adeguarsi alle nuove normative e all’emergenza Covid: tavoli distanziati, menù digitali, molti imprenditori hanno comprato più tavoli e si sono attrezzati con le stufette all’aperto. Insomma hanno speso tanti soldi per adeguarsi alle regole per poi ritrovarsi punto da capo. Ed ecco che i commercianti  e ristoratori casertani non ci stanno più a queste regole scriteriate e si sono riuniti   in piazza Gramsci a Caserta  per manifestare pacificamente e nel  rispetto delle regole anti-COVID, il proprio dissenso.

Chiedono l’annullamento dell’ultimo Dpcm che prevede che le attività dei servizi di ristorazione (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie) “sono consentite dalle 5 del mattino fino alle 18 del pomeriggio. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18 “è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Resta consentita invece  “senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati”. Scelte che, secondo i commercianti, penalizzerebbero troppo un settore già fortemente provato dall’emergenza sanitaria. Tra le richieste anche quella di maggiori controlli in strada e la copertura degli spazi esterni concessi gratuitamente per l’emergenza. Megafono alla mano, i titolari dei locali richiedono a gran voce un incontro con le autorità . “Siamo rimasti soli e poveri. Non viene più nessuno a Caserta. La nostra è una protesta pacifica, vogliamo solo parlare. Il sindaco faccia qualcosa, non ce la facciamo più.”

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